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Nuccia Tolomeo
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cuore
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SERVA DI DIO NUCCIA TOLOMEO
“PROFEZIA DEL SORRISO E DELLA TENEREZZA DI DIO”
Scheda curata da Padre Pasquale Pitari, Cappuccino

La Santità, dono e vocazione del Signore,si manifesta e si deve manifestare nei frutti della grazia che lo Spirito produce nei fedeli”(L.G. 39).

Gaetana Tolomeo, da tutti conosciuta come Nuccia, è nata il 10/04/1936 a Catanzaro Sala ed ha vissuto per 60 anni, fino alla morte avvenuta il 24/01/1997, una vita semplice, ordinaria, costretta a una forzata immobilità per una paralisi progressiva e deformante fin dalla nascita. E’ stata sempre su una poltroncina o a letto in tutto dipendente dagli altri. Educata cristianamente, ha maturato la coscienza del suo stato in una visione di fede e ha trovato in Gesù Crocifisso le motivazioni per cantare la vita. Regalava a chi la andava a visitare una testimonianza di coraggio, di fortezza e un sorriso, che trovava nell’amore di Dio la sola giustificazione. Al suo angelo custode aveva dato il nome Sorriso. E il sorriso era diventato per lei il modo di essere. Soprattutto negli ultimi tre anni della sua vita, alle tante persone che le telefonavano o le scrivevano da tutta Italia raccontandole le loro miserie, lei offriva un ascolto empatico, inviava il suo angelo Sorriso, assicurava la sua preghiera e l’offerta della sua sofferenza  e, infine, incoraggiava a riporre nei Cuori di Gesù e di Maria tutta la loro speranza.
Nuccia ha fatto parte dell’associazione Azione cattolica e della Milizia delle anime riparatrici del Cuore di Gesù; era entusiasta inoltre del movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito. Sacerdoti, suore e laici impegnati nell’apostolato spesso andavano a trovarla. Aiutata e sostenuta da tali amici, nella sua diversa abilità, ha cercato di dare un senso alla sua vita. Viveva per gli altri, soprattutto per i sofferenti e i peccatori. Voglio farli risorgere in Te, con il Tuo amore. Voglio pregare molto e soffrire per tutti loro, perché sono sicura che, mentre io prego e soffro, Tu li guarisci e li liberi….
 Pregava tanto, soprattutto col rosario che teneva permanentemente legato alla sua mano, con l’adorazione eucaristica, con la via crucis e la lettura della Parola di Dio.
Negli ultimi tre anni ha collaborato con Federico Quaglini, già conduttore di Radio Maria, nella trasmissione ‘Il fratello’ e nella rubrica ‘Beati gli ultimi’. I messaggi, che lei scriveva con cura e poi leggeva il sabato notte a Radio Maria, sono ancora oggi un vero tesoro di spiritualità e di mistica. Sono stati provvidenzialmente anche registrati e di quasi tutti i messaggi abbiamo ancora gli originali. Si rivolgeva a tutti, soprattutto ai fratelli reclusi, ai sofferenti nel corpo e nello spirito, alle prostitute, ai giovani delle discoteche, ai drogati, alle famiglie in difficoltà.
Un grande bene ha operato il Testamento Spirituale, un vero vangelo di grazia. “… La tua potenza d’amore faccia di me un cantore della tua grazia, trasformi il mio lamento in gioia perenne: un inno alla vita, che vinca la morte e sia messaggio di speranza per molte anime tristi. Il mio cuore esulta di gioia, se penso a Te, mio Dio. Ora è giunto il momento propizio per innalzarti la mia ultima preghiera, la più pura, quella della lode, ed invoco l’aiuto dello Spirito e di Maria Santissima per saperti lodare e ringraziare. La mia ultima preghiera vuole essere un magnificat, un’esplosione d’amore e di gioia, per le meraviglie, che Tu, Signore, hai operato nella mia vita. Questo canto gioioso sia anche per voi, miei buoni fratelli e sorelle, la vostra preghiera. Non piangete per la morte del corpo, ma per il peccato dell’umanità, e adoperatevi per la pace, attraverso la gioia e l’amore di Cristo Gesù. Pregate e ringraziate il Signore, anche per me, perché Egli ha visitato la sua umile serva e l’ha trovata degna della sua grazia, della sua misericordia. Pregate così in memoria di me: Grazie, Signore, per il dono della vita, grazie, perché mi hai predestinato alla croce, unendomi a Cristo nel dolore e ai fratelli nel vincolo indissolubile dell’amore. Grazie, Gesù, per aver trasformato il mio pianto in letizia, per esserti costituito mio buon cireneo, mio sposo e maestro, mio consolatore. Grazie per aver fatto di me il tuo corpo, la tua dimora, l’oggetto prezioso del tuo amore compassionevole, delle cure e dell’attenzione di tanti fratelli. Grazie di tutto, Padre buono e misericordioso! Ti lodo, ti benedico e ti ringrazio per ogni gesto d’amore ricevuto, ma soprattutto per ogni privazione sofferta. Voglio ringraziarti in modo particolare per il dono dell’immobilità, che è stato per me una vera scuola di abbandono, di umiltà, di pazienza e di gratitudine, ed è stato per gli amici del mio Getsemani, esercizio di carità e di ogni altra virtù…”.
Scrive la cugina Ida Chiefari nella biografia: “L’ansia evangelizzatrice di Nuccia era aumentata, era diventata ancora più forte, perché capiva che il Signore la usava come strumento per conquistare tanti fratelli a Cristo. ‘Se non brucio d’amore, molti morranno di freddo!’,soleva dire.Nonostante le sue condizioni fisiche andavano sempre più peggiorando, neanche la sua sofferenza riusciva a frenare l'impeto della sua carità e il desiderio immenso di annunciare a tutti che Dio é amore misericordioso e compassionevole”.
Nel messaggio di Pasqua 1995 Nuccia dice di sé: “…Nella Sua infinita misericordia e sapienza, il Signore ha preparato per me un corpo debole, per il trionfo della Sua potenza d’amoreLodo e benedico il Signore per la croce, di cui mi ha fregiata, perché crocifiggendo la mia carne, ha pure crocifisso i miei pensieri, i miei affetti, i miei desideri, e persino la mia volontà, per fare di me Sua gradita dimora, Suo compiacimento, Suo tabernacolo vivente. Grazie alla croce di Cristo, oggi posso affermare con l’apostolo Paolo ‘Non sono più io a vivere, è Cristo che vive e opera in me’. Grazie alla croce, la mia vita, apparentemente spezzata, sterile, vuota, ha pian piano acquistato significato. Anche nella malattia, nella sofferenza, una creatura come me ha potuto e può ancora rendersi utile, offrendo a Dio i meriti della sua croce in unione a quella di Cristo ed elevare preghiere di intercessione per la salvezza dell’umanità. Con Cristo, in Cristo, per Cristo, la croce è diventata la mia compagna di viaggio, ogni pena m’è diletto, pensando alla meta. Gesù è il mio angelo consolatore, il buon Cireneo, pronto a soccorrermi quando la croce diventa troppo pesante. Credo, infatti, che sia proprio Lui a soffrire in me e a portare la mia croce nei momenti più duri della prova … Quanta sapienza nella croce! … Uniti a Cristo, è possibile perfino amare la croce e soffrire con dignità, pronti a consegnarci nelle mani di Colui che solo sa trarre dal dolore la gioia. Si, fratelli, la gioia nasce dal dolore, perché la gioia è frutto della sofferenza, per cui gioia e dolore sono facce della stessa moneta: la vita. Allora, coraggio, uniamoci tutti a Cristo e partecipiamo alla Sua sofferenza, mediante l’offerta di noi stessi. Ricordiamo che, se partecipiamo alla Sua morte, un dì saremo anche partecipi della Sua gloria, perché non c’è risurrezione senza morte.  NUCCIA”. 
Bastano le suddette testimonianze per evincere la profondità, l’autenticità e la ricchezza spirituale del messaggio cristiano di Nuccia. Ma la forza ascetica e mistica di Nuccia la possiamo cogliere in modo chiaro e inequivocabile in queste parole di una sua preghiera a Gesù: “GRAZIE, INFINITA CARITA’, PER AVERMI ELETTA VITTIMA DEL TUO AMORE”.  Particolare non trascurabile: Nuccia aveva solo la quinta elementare. La profondità di certi concetti è legata al dono della sapienza da partedello Spirito Santo.

La fama di santità di Nuccia e le sue opere sono state fatte oggetto di studio in sette convegni diocesani su di lei, ad ognuno dei quali ha partecipato con attenzione e interesse Sua Ecc. l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace Mons. Antonio Ciliberti. Le relazioni, svolte da diversi sacerdoti e da testimoni oculari, con competenza e lucida riflessione, sono state apprezzate dai fedeli che hanno partecipato numerosi, particolarmente interessati e motivati. Anche la stampa e la televisione hanno espresso un’apprezzabile e positiva risonanza. Sono state raccolte più di 800 cartelle documentarie, sistemate e ordinate in cinque volumi, depositate presso la Curia Arcivescovile di Catanzaro. E’ stato pubblicato un libretto di messaggi autobiografici di Nuccia veramente stimolanti e coinvolgenti la vita di fede, (5000 copie). La biografia di Nuccia, è stata scritta in modo chiaro e senza facili enfasi dalla cugina Ida Chiefari. Su Nuccia sono stati realizzati anche circa 50 DVD e un sito internet www.nucciatolomeo.it molto visitato.  La vita, le virtù e le preghiere  della serva di Dio sono raccolte nei due libri web http://biografianucciatolomeo.blogspot.com/ e http://preghieredinucciatolomeo.blogspot.com/
I suoi messaggi sono oggetto di riflessione per i sofferenti nella trasmissione “Luci nella notte” curata da Federico Quaglini, presso la Radio Missione Francescana dei Cappuccini di Varese  www.rmf.it e presso Radio in blu.
Leggendo le opere di Nuccia, soprattutto il suo testamento spirituale, si colgono le stesse emozioni che si avvertono leggendo la Storia di un’anima” di Santa Teresa di Lisieux. Sia Nuccia che Santa Teresa hanno fatto dell’amore crocifisso e obbediente il cuore della loro spiritualità.
Le parole di Nuccia, semplici, chiare, dense di contenuti ascetici e mistici, ci presentano i lineamenti spirituali di sé, come donna diversamente abile ma ricca di fede e di gioia di vivere, bruciata dallo zelo per la conversione delle anime. Essa è stata una testimonianza preziosa regalataci dallo Spirito Santo per dare una parola di speranza all’uomo di oggi schiacciato da tanti interrogativi esistenziali.
L’attualità del messaggio di Nuccia lo comprendiamo immediatamente, quando sentiamo nel vivere quotidiano frasi del genere: “Una vita spezzata, malata, terminale… è senza dignità e quindi non è degna di essere vissuta!”, “L’eutanasia è un atto di amore e di pietà! Un gesto di libertà!”, “Che senso ha vivere, se si è di peso agli altri e a se stessi?”, “Se mancano le gioie della vita, l’integrità fisica, i divertimenti, la salute, i soldi, l’amore, il lavoro… è meglio non esistere!”, “Se io mamma sapessi che il figlio che porto nel grembo ha qualche malformazione, senza dubbio abortirei!”… Nuccia è la risposta di Dio a tali affermazioni ed interrogativi.
In questa prospettiva, conoscere il messaggio di Nuccia ha una rilevanza non solo religiosa, ma anche umana, civile, sociale. In sintesi, Nuccia è un fatto culturale: è una sfida che sconvolge, stimola, interpella e invita a ripensare il senso della vita, e soprattutto il senso della sofferenza, in chiave di dono d’amore.  Qual è il segreto della forza di Nuccia? Lo rivela lei stessa due mesi prima di morire, rivolgendosi ai giovani di Sassari:
“Sono Nuccia, ho 60 anni, tutti trascorsi su un letto; il mio corpo è contorto, in tutto devo dipendere dagli altri, ma il mio spirito è rimasto giovane. IL SEGRETO DELLA MIA GIOVINEZZA E DELLA MIA GIOIA DI VIVERE È GESÙ. ALLELUIA!”.

Con Nuccia vogliamo ringraziare il Signore per quello che lo Spirito Santo ha operato in lei, umile figlia della chiesa. L’Arcivescovo Antonio Ciliberti nel 1° Convegno diocesano dedicato a lei, celebrato nella parrocchia di Materdomini di Catanzaro il 26 gennaio 2007, aveva annunciato l’intenzione di aprire il processo di beatificazione, in quanto lo riteneva  utile, opportuno e doveroso! Sono seguiti altri tre convegni nella parrocchia di San Giuseppe di Catanzaro (22.04.2007; 23.01.2008; 23.01.2009) per approfondire la spiritualità di Nuccia.  Il 16.07.2009, durante la concelebrazione diocesana in cattedrale per il Patrono di Catanzaro, San Vitaliano, l’arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti ha proclamato l’Editto di inizio del Processo diocesano di beatificazione, che si è concluso il 24.01.2010 nella chiesa di San Giuseppe (5° Convegno). Il 17.09.2010, avendo ottenuto i permessi necessari sia civili che religiosi, si è proceduto alla esumazione dei resti mortali di Nuccia dalla tomba del Cimitero di Catanzaro.

Il 1.11.2010, dopo una solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo, i resti mortali della serva di Dio sono stati collocati nella cappella del Crocifisso della chiesa del Monte in Catanzaro (6° convegno).
Il 26.01.2011, sempre nella stessa chiesa del Monte,  nella ricorrenza del  primo anniversario della conclusione del processo di beatificazione e del 14° anniversario della morte, la chiesa diocesana ha celebrato il 7° convegno per ricordare il grande dono che Dio ha fatto alla sua chiesa, il dono di Nuccia, icona luminosa del crocifisso, auspicando che la sua luminosa testimonianza di fede, di speranza e di carità continui ad essere stimolo di autentica vita cristiana per molti. A lode di Dio!
Catanzaro 27 gennaio 2011

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Nel sito internet www.nucciatolomeo.it  troverete tutto ciò che riguarda Nuccia: un messaggio di speranza e di amore (scritti, foto, filmati, canti).

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